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Il nodo della contenzione

A cura di

Stefano Rossi

Contributi di

Antonio Amatulli, Stefania Borghetti, Giuseppe Arconzo, Marco Azzalini, Pietro Barbetta, Beatrice Catini, Peppe Dell’Acqua, Giandomenico Dodaro, Anna Lorenzetti, Michele Massa, Luca Negrogno, Barbara Pezzini, Giovanni Rossi, Stefano Rossi, Nadine Tabacchi, Lorenzo Toresini

Anno

2015

Lingua

Italiano

Pagine

360

Dimensioni

13,5 x 1,5 x 21 cm

Peso

500 g

16,00

Esaurito

Quando una persona viene impedita, attraverso mezzi meccanici, a muoversi liberamente, è congruo ed eticamente dovuto parlare di “legare”, come atto di denuncia della violazione dell’attività psichica e fisica della persona e di sottomissione dell’altro.

Nella grammatica dei diritti, dignità, libertà e rispetto sono divenuti termini essenziali per tentare di costruire un nuovo linguaggio più attento alle persone, ai loro bisogni, alle loro aspirazioni. Vi sono tuttavia luoghi, pratiche ed esperienze ove – al di là di ogni idealizzazione – l’autonomia delle persone si interseca con la loro vulnerabilità, il bisogno di cura e di sostegno, creando condizioni di asimmetria di potere, di subordinazione, che evocano lo scacco, la sconfitta, la perdita dell’autonomia e della libertà. L’uso della contenzione, specialmente in psichiatria, rappresenta uno di questi “casi tragici” in cui il bilanciamento delle ragioni di chi cura e di chi è curato non permette di raggiungere una negoziazione soddisfacente, un incontro che non comporti il sacrificio di valori considerati fondamentali. Proprio per superare questa aporia, la ricerca corale proposta nel presente volume sviluppa un approccio multidisciplinare, riunendo nella riflessione su un tema così complesso e controverso giuristi, psichiatri, psicologi, filosofi e sociologi che, pur provenendo da percorsi di vita nonché esperienze e sensibilità differenti, hanno inteso misurarsi su una questione di giustizia che si riflette nelle plurime dimensioni in cui si esprime la persona.